Pescara, 14 maggio 2021
La nuova proposta di Rete Ospedaliera della regione Abruzzo allestita dalla Giunta Regionale e di cui si parla e legge nei media da un paio di settimane, insiste nel grave e pericoloso errore di NON prevedere nessun DEA (Dipartimento Emergenza Accettazione) di 2° Livello.
Insiste protervamente, come la precedente Giunta, nello spalmare le discipline cliniche ad alta complessità negli ospedali dei quattro capoluoghi di provincia.
Queste discipline devono essere allocate tutte nello stesso dipartimento nello stesso ospedale, sede appunto del DEA di 2° Livello: lo dispone il DM 70/2015, decreto “Lorenzin” derivato dalla legge di riforma “Balduzzi”.
Ma è la medicina moderna (concetto dell’Ospedale hub e dell’organizzazione per gerarchia di complessità e di casistica degli ospedali) e la stessa logica comune che ci dicono che i reparti ad alto impegno devono trovarsi tutti nello stesso ospedale, per evitare di sballottare il paziente in condizioni critiche da un ospedale all’altro e dargli invece il massimo delle chances di essere salvato.
L’ospedale regionale più indicato è quello pescarese, catalizzatore di un’effervescente area metropolitana e, ancor di più, della costituenda Nuova Pescara, che nascerà a stretto giro, come da Legge regionale, grazie alla fusione di Pescara, Spoltore e Montesilvano.
Il Tavolo Interministeriale Salute/Economia e Finanze, che valuta le Deliberazioni delle regioni in Piano di Rientro, ha respinto per CINQUE volte i QUATTRO anni le bozze della regione Abruzzo, difformi dal citato decreto 70. La più recente bocciatura ad ottobre 2020.
Tutto ciò continua a penalizzare gli abruzzesi, dato che la nostra regione continua ad essere l’unica non dotata di DEA di 2° Livello e penalizza l’ospedale Spirito Santo di Pescara, a breve Nuova Pescara, l’unico della regione che ha i numeri minimi di legge, almeno 70.000 accessi l’anno al pronto Soccorso, previsti dalla legge. Ed è l’unico ad essere dotato di tutte le discipline ad alta complessità previste tranne la cardiochirurgia. Ma è anche l’unico sede di una serie di altre attività ad alto impegno clinico H-24 (come p.e. gestione delle sepsi H24 e Unità Complessa di Microbiologia, Diagnostica radiologica completa con angiografia H24 e radiologia interventistica, ematologia con centro trapianti e trasfusionale con emoteca ad alta complessità, gestione emorragie massive, Terapia Intensiva Neonatale, Chirurgia Pediatrica, attività di prelievo di organi a scopo di trapianto al primo posto di regione, Endoscopia Digestiva Interventistica ad alta complessità H24, Broncoscopia Interventistica ed altre) che ne fanno la sede dell’80 % dei politraumi complessi dell’adulto della regione e del 100 % di quelli in età pediatrica: è insomma già “de facto” DEA di 2° Livello; come sanno bene tutti gli operatori della sanità della regione.
Ma nessun politico (o forza politica) di Pescara, ad eccezione di qualche presa di posizione pro-forma, ha avuto finora il coraggio di portare fino in fondo, mettendosi in gioco, una battaglia di civiltà e di tutela della salute per tutti gli abruzzesi, che sia anche la contestuale forte affermazione dei diritti dell’Ospedale cittadino pescarese, immolato come sempre alla medioevale e pericolosa necessità politica di spartire tutto per quattro.
Il risultato è che l’Abruzzo sta per arrivare alla prossima assegnazione della sua quota del Recovery Plan (capitolo Salute di 19 miliardi di euro) in assenza di una moderna Rete Ospedaliera approvata dal Tavolo Interministeriale. Quanto saremo danneggiati e penalizzati? L’associazione Nuova Pescara chiede al governatore Marsilio, ai consiglieri regionali e a tutte le forze politiche, soprattutto a quelle regionali, un deciso cambio di passo.
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